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Il cappello lasciato indietro sulla strada

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È un giorno  uguale a tanti  altri giorni precedenti:

immerge la mano le sue dita nel catino.

Una stella dondola in superficie nel riflesso del tuo  volto che si allontana.

 

(Odore di legni che gridano nel limine del giorno

che da quando l’uomo è sulla terra

c’è  sempre un  certo odore  di bruciato).

 

Nella luce che s’asciuga al primo sole,

ignaro il tuo destino cammina sopra un filo:

una costellazione di piccoli  violacei pianeti è nata

e invade le tue braccia all’improvviso.

 

È un giorno uguale a tanti  altri giorni precedenti, nel  largo d’aria dei colli

tra le crepe dove il tempo e le vespe hanno il  nido.

 

Mille anni dopo risuonerà nella conchiglia il suono di quei passi senza ristorno

mentre la  vita andava incontro a un pigiama tra i delfini appesi a un muro.

 

Ti scrivo, e la mano trema, tremano le dita ,

nel ricordo di quella purezza d’ore dove il tempo con te  si era sdraiato

a guardare le ali della polvere sbatacchiare confuse contro i vetri. 

 

Ti scrivo dentro questa  conchiglia che ne racchiude il suono ,

lo stesso  dello schiocco del primo bacio  e trema

trema anche la faccia e  i sogni si fanno  pelle,

pelle l’anima che prima  arrossiva al solo pensiero di una viola.

 

Sei la memoria rimasta in quella stanza, assopita nel torpore 

di mondi che passavano veloci tintinnando tra le flebo. 

 

Il tempo ancora di strappare  le ultime susine rimaste sopra i rami,

ti scrivo ancora in fuga dal contadino, 

tra le rane e i giunchi e la bici in spalla

con Albertino che  mi sorpassa 

lasciando il suo cappello indietro sulla strada.

 

 Ivan Pozzoni - 25/02/2018 16:52:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie a te! Se hai un attimo di tempo, dai un’occhiata alla mia robaccia!

 Domenico Pelini - 25/02/2018 16:42:00 [ leggi altri commenti di Domenico Pelini » ]

Grazie Ivan per la tua gentile attenzione. Quanto a te Ferdinando, sapevo con certezza d’aver trovato nei tuoi testi felicità di parola, e densità palese di poesia, ma leggendo i tuoi commenti mi stupisco per la loro eleganza e precisione, il che mi fa pensare a te anche come un notevole scrittore di prosa poetica, genere che amo e che purtroppo non è molto coltivato da noi. Un caro abbraccio ad entrambi.

 Robert Wasp Pirsig - 25/02/2018 16:09:00 [ leggi altri commenti di Robert Wasp Pirsig » ]

Quindi, eccoti: denso, raccolto in un luogo fugace, ma preciso - la memoria è a valve diseguali: il verbo non se ne accorge: il poeta si asseconda - ricco di riferimenti che via anch’essi, portati e liberati. Grazie.

 Ivan Pozzoni - 23/02/2018 17:59:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Bella! :-)

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